Sappiamo tutti cosa implica essere un tifoso di una franchigia NBA: notti insonni. Ma come tifosi di questo sport per vedere le stelle d’oltreoceano questo ed altro ancora.
La settimana scorsa sono uscite le formazioni dell’All Star Game che si svolgerà a New Orleans. Beh potremmo stare qui a discutere chi ci doveva stare e chi no, ma alla fine la possiamo ancora considerare una partita? Come nel 2001 quando Kobe si stufò di perdere e ne mise 12 in quattro possessi consecutivi.
Diciamo che di voglia di vincere ne aveva. Ora è diventato solo marketing dando la possibilità di votare ai fan, che naturalmente sceglieranno sempre il loro beniamino rispetto a qualcuno che merita di più. Per non parlare che quest’anno l’est non avrà centri, ma neanche ali grandi, al di fuori di Lebron. Una persona che conosce bene questo sport sa che l’All Star Game è solo una vacanza per i giocatori, le vere emozioni si provano durante le partite di regular season.
La sera di domenica si è svolta Atlanta-New York, naturalmente meno seguita rispetto alla ben più acclamata Cleveland-Oklahoma che alla fine è risultata in una mattanza dei padroni di casa. Beh io da buon tifoso degli Hawks mi sono munito di streaming e tanta pazienza per vedere una delle partite probabilmente più belle che io abbia mai visto. Ma alla fine che si sono combattute? Nulla, una vittoria in più in un Est dominato da Cleveland. Ma è proprio questo il bello. Arrivare a 4 Over Time con New York che ha dovuto giocare con Justin Holiday, dopo che sia Porzongis e Carmelo(45 a referto) erano dovuti uscire per 6 falli, stessa cosa per Atlanta che ha dovuto rinunciare a Dwight Howard.
Ritornando all’All Star, molto si sono stupiti della convocazione di Paul Millsap, giocatore che secondo il mio modesto parere è troppo sottovalutato. Beh ieri ne ha messi 37 con 19 rimbalzi e 7 assist, in 61 minuti. Molti diranno che è una prestazione normale per aver giocato tutti quei minuti, ma l’anchor man, come lo chiamano quelli di Atlanta, ha resistito ad un’ora di basket al massimo livello dovendosi marcare uno come Carmelo Anthony, non proprio l’ultimo arrivato. Questo per dire che le vere partite non sono sole quelle pubblicizzate da Sky l’NBA è piena di squadre che spezzano il fiato. Perciò consiglio, munitevi di internet e di un buon dizionario perché sicuramente passerete la notte insonne.
Ah e giusto per la cronaca la partita è iniziata alle 9 ed è finita alle 2, e la sveglia sarebbe suonata alle 6 con due nelle ore di matematica a scuola, ma per lo sport che si ama come ho detto prima questo è molto altro ancora.
Lo zio