Durante una trasferta contro i Pacers, per perdere tempo in attesa della gara, ordinò un raro aereo della prima guerra mondiale da internet, per usarlo come irrigatore nel suo giardino.
Se ai tempi di L.A. aveste aperto la sua Mercedes, sareste rimasti senza parole nel trovare nel bagagliaio un acquario con pesci tropicali.
Da piccolo, per imitare Superman che volava, cadde e si ruppe la mano. Quel supereroe fu più che un’ossessione per lui. Quel soprannome, qualcosa di azzeccatissimo per il dominio mostrato.
I primi canestri tirati giù a Louisiana State, il premio di giocatore dell’anno al College e gli All-American in cui più che sembrare uno dei tanti giovani promettenti in campo, pareva un adulto tra i bambini.
La stagione da rookie a Orlando, entrando in top 10 per punti, rimbalzi, stoppate e percentuale dal campo. Dopo la prima settimana giocata, era già “Giocatore della settimana”, non tra gli esordienti, ma in tutta la Lega, e non era mai successo prima.
La prima tripla doppia nel 1993: 24 punti, 28 rimbalzi, 15 stoppate, tanto per chiarire chi comanda. 53+18 a Minnesota, un annetto dopo, a ribadire il concetto.
Il percorso a Orlando che gli vale la chiamata dei Lakers, in cui per un triennio è forse la cosa più dominante mai vista su un parquet. Accanto aveva Kobe, con cui probabilmente ha formato la miglior coppia di sempre nelle stagioni giocate dal 2000 al 2002.
Una volta, per vendicarsi del numero insufficiente di tagliandi messo a disposizione per lui dalla biglietteria Clippers, ne mise 61 con 23 rimbalzi.
Quella supremazia a L.A. evidente in regular season, ancor più palese nei Playoffs: 4 volte con almeno 40 punti e 20 rimbalzi, 12 volte sopra i 40 e 10.
Come contro i Kings, nel 2000. Gara 1 da 44+21, gara 2 da 43+20. Altro da dire? Forse si: poveri Kings.
O come quel 15-1, cavalcata verso il titolo, e Allen I che vede vanificare la memorabile gara 1 da una sua gara 2 da 28 punti, 20 rimbalzi, 9 assist e 8 stoppate.
L’amore che finisce, l’ego che prevale, l’addio ai Lakers per abbracciare il sole della Florida. A Miami trova un fenomeno in fasce di nome Wade, e ci mette un bel po’ del suo per forgiare il campione che è diventato Flash.
L’ultimo abuso di potere sul campo: a 36 anni, con la canotta dei Suns, 45 punti, 11 rimbalzi e 20/25 dal campo sui poveri Raptors. Le avventure a Cleveland e Boston utili solo a ritoccare qualche numero. Ma forse nemmeno serviva.
Ha chiuso con la sua carriera con:
4 anelli
3 volte MVP delle Finals
1 volta MVP della RS
8 volte primo quintetto
2 volte miglior marcatore NBA
15 volte All-Star
28596 punti
13099 rimbalzi
58% dal campo in carriera, 52% ai liberi.
Commentando l’ultimo dato, dalla lunetta, ha detto:
“È solo il modo che Dio ha pensato per mostrarvi che nessuno è perfetto”.
Personaggio unico, giocatore dominante, esilarante dentro e fuori dal campo ma rivoluzionario, in ogni caso.
“Giocargli contro è come giocare contro un frigorifero, pieno, che dovete spostare. Anzi no, è lui che sposta te”. Così ha detto Keon Clark, che ha giocato con lui.
Ha risposto alla domanda su una squalifica di un suo compagno ai Lakers, per uso di steroidi, dicendo “Deve marcare me ad ogni allenamento, poverino”.
Nel tempo libero si è dato al nuoto (sfidando Phelps), al tennis (sfidando la Williams),al Wrestling (gli avversari sembravano piccoli a confronto), ha imitato Beyoncé, ha ballato all’All-Star Game come fosse un ballerino di break-dance, ha preso in giro commentatori a bordo campo, e oggi chissà quanti in NBA temono di finire sul suo Shaqtin a fool. Ma è stato il primo a non prendersi mai sul serio, questo andrebbe detto a chi oggi quasi piange per qualche presa in giro di troppo.
Due settimane fa, nel salutare per l’ultima volta Kobe, è anche riuscito nonostante tutto a strapparci un sorriso.
“Dissi a Kobe che nella parola TEAM non c’è la I (io)” Mi rispose “Lo so, ma ci sono una M e una E (ME), Motherf****”
Il 6 marzo di 48 anni fa nasceva uno dei più grandi giocatori di sempre e uno dei personaggi che più hanno fatto e fanno bene a questo sport.
Auguri Shaq!
La Top Ten di Shaq in azione (mostruoso)