E proprio questo vincolo così forte – secondo le indiscrezioni pubblicate da un ente di giornalismo no profit che ha avuto accesso ai documenti in proposito – sta portando Kanter ad avviare le procedure per l’apertura nello stato della Enes Kanter School for Exceptional Learning (EKSEL).
La EKSEL prenderà la forma giuridica della “charter school”, un’istituzione cioè sovvenzionata da fondi pubblici e gestita da un’organizzazione privata, spesso indirizzata a specifici obiettivi di apprendimento.
La collocazione del nuovo complesso scolastico non è ancora stata decisa, ma l’obiettivo è quello di costruirla in un’area in cui le esigenze di copertura scolastica appaiono particolarmente accentuate.
L’istituto dovrebbe occuparsi di ragazzi dal quarto al dodicesimo anno del loro percorso di studi, e sarebbe votato alla cura di comunità particolarmente vulnerabili: la scuola sosterrà infatti gli studenti appartenenti a minoranze che non hanno facile accesso ai servizi scolastici e quelli provenienti da famiglie immigrate che hanno difficoltà con la lingua inglese.
La notizia è stata poi confermata dallo stesso Kanter, che sul suo profilo Twitter ha scritto: “Chi apre una scuola, chiude una prigione”.