Jonathon Calvin Simmons (Houston, 14 settembre 1989) è il nostro nuovo protagonista di storie di D-League
Jonathon è il tipico ragazzo afroamericano che ama il basket. Gioca fin da ragazzino nel suo quartiere e fa parte della squadra del paese alla Smiley High School, ma lui vivrà un vero e prorpio sogno…
Jonathon non è un fenomeno, anzi sin dal college parte dalla panchina, neanche da sesto uomo.
Decide comunque di dichiararsi eleggibile per il draft del 2012, ma senza sorprese è undrafted. Per lui si infrange un sogno, ma genitori e amici lo convincono a riprovare.
Ccosì nel settembre del 2013 si iscrive ai tryouts della D-League pagando i 200$ di tassa come qualsiasi persona, come uno di noi.
Beh riesce ad essere chiamato nel roster degli Austin Toros poi Austin Spurs, squadra affiliata di San Antonio. Disputa un ottimo campionato sia dal punto di vista offensivo, ma soprattutto dal punto di vista difensivo.
Viene infatti nominato nell’ All D-League second difensive team nel 2014 e nel first nel 2015.
Jonathon ha poi l’occasione di una vita: un invito dagli Spurs alla summer league.
Sorprende tutti e prende le redini della squadra con Anderson. MVP della finale e poi un contratto garantito per il primo anno e un secondo con la team option.
Jonathon ha vissuto il sogno di ognuno di noi, di una persona qualsiasi che ama il basket. Il primo anno, come ogni rookie di coach Pop è relegato alla panchina più assoluta vedendo il campo veramente poco, neanche nel garbage time.
All’inizio della stagione viene reso inattivo e dopo 5 partite ritorna in D-League ai Toros. Simmons riesce a spaccare nella lega dopo una partita contro i Milwaukee Bucks, dove partendo dalla panchina, riesce a realizzare 18 punti; la cosa divertente è che nel momento dei tiri liberi tutti i supporters gridavano “Who are you” ancora scioccati dalla sua prestazione praticamente nata dal nulla. Chiuderà poi la stagione entrando nelle rotazioni di coach Pop riuscendo ad ottenere la sua fiducia, avendo anche minuti consistenti durante i playoff.
Ma è l’inizio di questa regular season che lo ha veramente messo sotto i riflettori. Inizia con una prestazione da 20 punti contro gli imbattibili Golden State Warriors partendo dalla panchina e rifilando alla squadra della baia 29 punti di squadra, stupendo con triple e poster (impressionante quello sul povero Javalone).
Nelle partita successive impressiona anche nel lato difensivo, aspetto che lo ha portato in NBA, facendo risaltare anche il suo enorme atleticismo. E’ un esempio da segiure e perchè no magari sarà il prossimo diamante grezzo da forgiare per Coach Pop, che già in parte lo ha forgiato.