Difficile decidere da dove partire dopo un incontro del genere, giocato alla morte contro una squadra come la Stella Azzurra considerata da tutti fuori portata, quasi illegale per tecnica ma soprattutto per fisicità in

 

Parziali : 12-23  5-14  23-12 16-19 

Olimpia Roma: Becchetti 14, Greco 14, Mattiangeli 10, Corriere 8, Menei 5, Sabelli 3, Cenciarelli 2, Di Marzio, De Santis, De Rosa, Piazza, Cerutti, Marciani. All.: Pistorio

Difficile decidere da dove partire dopo un incontro del genere, giocato alla morte contro una squadra come la Stella Azzurra considerata da tutti fuori portata, quasi illegale per tecnica ma soprattutto per fisicità in questo campionato Under 14 che sta per iniziare. Si potrebbe partire dal premio ricevuto da Simone Becchetti come miglior giocatore del torneo; si potrebbe partire da un arbitraggio discutibile (ma sarebbe sbagliato per principio, perché solo i piagnoni dicono “ho perso per colpa dell’arbitro”); si potrebbe partire dagli errori di tiro (troppi, soprattutto in entrata); si potrebbe partire dalle emozioni che ha regalato una finale dall’esito all’apparenza scontato ma che di scontato per larghi tratti non ha avuto proprio nulla.

Ma la cosa più giusta, è partire da due cose: dal cuore immenso di questi ragazzi che non si arrendono mai e, soprattutto, dal fatto che dobbiamo essere orgogliosi di avere UNA SQUADRA VERA.

Scritto rigorosamente tutto maiuscolo, perché questa è stata in questi due giorni l’Olimpia Roma, soprattutto oggi nella semifinale con l’Eurobasket (dominata dall’inizio alla fine) e nella finalissima con la Stella Azzurra.

Per spiegare a chi non ha visto la partita di che pasta sono fatti questi ragazzi, che già lo scorso anno hanno stupito tutti vincendo il titolo regionale contro l’Eurobasket in una riedizione dello scontro tra Davide e Golia, partiamo dalla fine del secondo quarto.

Negli spogliatoi, rientra un’Olimpia sovrastata fisicamente dalla Stella Azzurra, sotto 37-17.

Il rischio di lasciarsi andare e di veder dilagare gli avversari è dietro l’angolo, quasi palpabile, invece bastano poche parole di Davide Pistorio durante l’intervallo per cambiare tutto, per trasformare i ragazzi in leoni (come urlavano anche i ragazzi delle altre squadre, letteralmente trascinati a fare il tifo per l’Olimpia in un terzo quarto da urlo) a caccia della preda, disposti a tutto pur di impadronirsi del pallone.

Ed ecco che d’incanto cambia la storia, che un incontro a senso unico si trasforma in una battaglia punto a punto, con l’Olimpia che si porta 41-40 con in mano addirittura il pallone per l’incredibile sorpasso.

A quel punto succede un qualcosa che cambia il corso della partita e su cui ci sarebbe da discutere a lungo, ma è più giusto parlare di Spagnolo (forse l’Under 14 più forte d’Italia in questo momento) di come questo ragazzo pugliese trapiantato a Roma ha preso per mano una squadra impaurita e sorpresa da quell’improvviso cambio di marcia e l’ha trascinata fino alla vittoria, sia pure a fatica.

I tabellini spesso e volentieri non dicono tutto, non raccontano la vera storia di una partita, perché ad esempio i 2 punti di Cenciarelli non raccontano nulla dello straordinario lavoro fatto da questo ragazzo in difesa e sotto i tabelloni, dove c’era da combattere contro un gigante nigeriano di 2.03 (che dicono sia del 2003…); così come gli 8 punti di Corriere non dicono come Gabriele sia riuscito a tagliare in due la difesa avversaria, di come abbia sorretto e trascinato i compagni; i 14 punti di Becchetti e Greco, dicono molto e confermano le doti realizzative di due ragazzi che fanno parte del gruppo dell’ATG; ma tutti meriterebbero una lode una citazione: dalla “piovra” Mattiangeli a “cuore impavido” Menei, dal gran lavoro fatto da Marciani, Cerutti e De Rosa, alla battaglia sostenuta sotto i tabelloni da De Santis, per finire con Piazza e Di Marzio che hanno tifato in panchina avendo la soddisfazione di calcare il campo nell’ultimo minuto, fino alla lucidità con cui Sabelli ha realizzato la tripla che ha chiuso l’incontro sul 68-56.

Ma è giusto chiudere parlando della squadra, perché abbiamo UNA GRANDE SQUADRA, con ATTRIBUTI enormi, giganteschi! Gli altri hanno grandi individualità, ma noi abbiamo una grande squadra che non si arrende mai e che è in grado di pressare per 40 minuti e nella quale chi entra non fa mai rimpiangere chi è uscito.

E quello di oggi è stato solo il primo di tanti splendidi round che ci attendono da qui a maggio, fino al suono del gong che decreterà il nome del nuovo campione regionale.

E chissà mai che non ci scappi un’altra sorpresa, un altro piccolo miracolo targato OLIMPIA!

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Stefano Greco